Amici di Macram
Amici di Monsignor Macram
Solidarietà per i popoli Nuba e Dinka

Diocese of El Obeid - Bishop's Office

Ai miei fratelli: Salva Kiir, Presidente della Repubblica del Sudan del Sud, Riek Machar, Capo del Movimento di leberazione del popolo sudanese in opposizione.

Miei fratelli,
È noto che silenzio significa tacito consenso e come Vescovo e pastore non posso rimanere in silenzio davanti alla selvaggia e feroce uccisione di fratelli della quale continuiamo a essere testimoni nel nostro amato Sudan del Sud. Molti innocenti sono stati uccisi a sangue freddo, in particolare bambini e addirittura neonati, insieme alle loro mamme e agli anziani. Dobbiamo trovare un modo per fermare la distruzione della nostra gente.

Fratelli, desidero offrirmi di sedere e mediare con entrambi al fine di porre fine a questa violenza che sta distruggendo il sangue vitale della nostra nazione. Sono disposto a incontrarvi in qualsiasi posto da voi scelto e con qualsiasi altro capo religioso voi vogliate che sia presente, così da trovare insieme una via per andare avanti. Sono pronto a dedicare il mio tempo e le mie energie per lavorare con ciascuno di voi, non attraverso un mediatore, ma direttamente e come una guida spirituale la quale ha sostenuto i vostri diritti umani per tanti anni finché i vostri sogni e aspirazioni non sono divenuti realtà. Come sapete, ho svolto questo ruolo in passato e sono disposto a esercitarlo ancora.

Per amore dei nostri bambini:

I bambini sono il dono più prezioso che Dio ha dato all’umanità. Uccidere e assassinare questi innocenti neonati e bambini ci riporta alla mente le parole di Geremia: "S'è udita una voce in Ramah, un lamento e un pianto amaro: Rachele piange i suoi figli e rifiuta di essere consolata per i suoi figli, perché non sono più".

Assistere vuol dire servire e non essere servito. Un ministro è un servo della comunità e deve avere onestà, integrità morale e responsabilità davanti a Dio e ai cittadini. Sono le persone che devono scegliere i loro servitori, non il contrario. I capi non dovrebbero imporsi con la forza delle pistole. Non è una prerogativa dei servitori imporsi sui cittadini.

Ho investito anni ed energie e addirittura messo in pericolo la mia vita per difendere la dignità delle persone del Sudan del Sud, le popolazioni delle Montagne Nuba e di altre zone ai confini. Tale dignità si esprime nei diritti umani donati da Dio. Molti amici del popolo del Sudan del Sud hanno gioito il giorno della loro indipendenza. La gente del Sudan del Sud ha riconquistato la propria dignità. Nella situazione attuale, l’hanno ancora?

Uccidere e saccheggiare, l’uso di parole di odio, esortare persone non istruite a insorgere e ad ammazzare uomini nei luoghi di preghiera, nelle chiese e nelle moschee è sotto il livello di civiltà umana. È un sacrilegio. Ognuno deve ricordare che ogni uomo è stato creato a immagine di Dio e uccidere fratelli e sorelle è un atto di profanazione dell’immagine di Dio. Un omicida è un usurpatore dell’autorità e della parola di Dio. Nessuno è investito dal Signore al fine di rubare con ferocia il dono della vita a un'altra persona. Questa è una prerogativa di Dio. Un assassino per il bene di essersi seduto, è condannato. Dio chiederà ai capi che hanno istigato i giovani uomini e hanno fornito loro le armi: "Dov’è tuo fratello Abele?" Dove sono i fratelli e le sorelle che rappresentano Abele? Il sangue dei vostri fratelli e sorelle, soprattutto dei bambini, urla davanti a Dio onnipotente dalla terra che ha aperto la sua bocca per raccogliere il loro sangue innocente. Forse queste parole non sono un comando ma ogni persona è responsabile dei suoi fratelli e delle sue sorelle. Nessuno è immortale e i capi colpevoli sono responsabili davanti a Dio. Nessun capo o comandante si è mai trovato davanti all’altare di Dio con il suo esercito, le sue armi, i suoi carri armati o il suo potere. Sono nati nudi e nudi si presenteranno.

Dio chiederà loro: "Dov’è tuo fratello Abele? Dove sono i tuoi fratelli e sorelle che sono stati uccisi da te e dalle persone che tu hai incitato e armato?

Ricordate, fratelli, cosa accadde quando Cristo fu davanti ai sommi sacerdoti e rispose alle loro domande con onestà. "Ed ecco, uno di coloro ch’eran con lui, stesa la mano alla spada, la sfoderò; e percosso il servitore del sommo sacerdote, gli spiccò l’orecchio. Allora Gesù gli disse: Riponi la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendon la spada, periscon per la spada".

Vi invito a riflettere e a meditare sulla vostra chiamata come testimoni davanti a Cristo che ci ha dato una nuova legge, un nuovo comandamento. Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e il tuo prossimo come te stesso. La pistola è una realtà d’odio, di ingiustizia e di distruzione. Miei fratelli: lasciate cadere la pistola, buttatela via, siate testimoni davanti a Dio che riconcilia e perdona. Siate coraggiosi, perdonate e riappacificatevi. La pistola non vi porta da nessuna parte e non risolverà le vostre divergenze. Dite ai vostri giovani uomini che stanno uccidendo, saccheggiando e violentando di fermarsi. La riconciliazione è una virtù degli impavidi, la vendetta è segno di debolezza e codardia.

Fratelli, cerchiamo una via per andare avanti insieme. Siamo coraggiosi, cerchiamo la volontà di Dio insieme, sedendoci e incontrandoci. Vi imploro di accogliere la mia offerta di mediazione, di far incontrare i capi religiosi e gli altri di cui vi fidiate e che siano disposti a lavorare insieme, in modo da ricostruire la speranza nella nostra amata gente.

Possa Dio della Giustizia, della Pace e dell’Amore aprire i vostri cuori e le vostre anime a questo appello. Invochiamo i nostri patroni San Daniele Comboni e Santa Giuseppina Bakhita di benedire i nostri sforzi mentre ci impegniamo a raggiungere la riconciliazione e la pace.

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